Mezz’ora di Cacarella pre partenza

Juba, 14 Febbraio 2022

Finalmente mi muovo, esco da questa palazzina circondata da filo spinato e guardie. Andiamo in ufficio, all’ head quarter UN IOM. Sono 15 minuti di Jeep in mezzo a una carrellata di immagini della periferia di Juba un primo mattino di un lunedì qualunque, Il premio “assurda bellezza della vita” lo vince un piccolo negozio (vorrei definire “negozio”: quattro pali a terra, lamiere ondulate come pareti e un telo come tetto) che vende abiti coloratissimi, ben esposti su manichini a bordo strada. Circondato da nuvole di polvere continuamente generata dagli pneumatici mangia sabbia e pietre sulle strade della città. Gran lotta, arrivato in seconda posizione, il chiringuito che vende caffè e fotocopie.

La giornata procede con un buon ritmo, allestisco un “set” per la sessione di ritratti all’interno di un ufficio. Mi piace lavorare in ristrettezza, non potevo cerco portarmi dietro 4 torce ProPhoto, modificatori e due assistenti (e meno mal). Uso una finestra per la key, un piccolo lastolite appoggiato a un monitor di un computer per la fill e appendo al muro posteriore un telo fumo che mi sono portato da casa. Tutto serve alla fine, vedi?
Nel pomeriggio giro una serie di interviste sotto un bellissimo albero nella parte abitativa della base, dove ci sono le abitazioni dei residenti, un piccolo campo da begminqton e una piscinozza un po’ agè con un gonfiabile a forma di fenicottero rosa.

L’apice della giornata, però, lo raggiungo quando mi mandano a chiamare per il “Security Briefing”, obbligatorio per chi come me, domani, viaggerà attraverso il paese.
Lo riassumerei così: trenta minuti di cacarella. Il gentilissimo staff UN mi elenca le tre cause principali di eventuali scontri a fuoco:
1. Bande giovanili armate che si ammazzano per territorio o bestiame (immaginate quelli di Borgaro che “lumano la tipa” di uno di Venaria, poi si beccano tutti al LunaPark e iniziano a litigare perché il LunaPark è un po’ a metà tra i due territori e allora tirano fuori tutta la storia del passato fino ai nonni, poi dicono no questo è mio no questo è tuo, allora scatta una bottigliata in testa. E gli altri dicono ve la faremo pagare, si armano ancora di più e parte la spedizione di vendetta. Borgaro va a Venaria o viceversa e ne ammazza dieci, gli altri che se lo aspettavano si difendono e ne ammazzano altri quindici. Intanto la tipa è pure morta e il Luna Park è sempre lì in mezzo, distrutto.

2. Border Issues: scontri generalmente causati dalla vicinanza al confine col Sudan a Nord. Qui entrano in gioco etnia, tribù, religione e via discorrendo

3. La più frizzante: Le Militias. Questi sono cani sciolti armati fino ai denti, che non appartengono ne al governo col suo esercito ufficiale (SSPDF), ne all’opposizione col suo esercito (SPLA-IO). Ehm, si, ci sono due eserciti armati e rivali qui. Dicevamo, rifiutano qualsiasi agreement e scorrazzano tipo pirati sparando quando vogliono. Alcune militias sono così potenti e numerose (talvolta comandate dagli stessi ex generali dell’esercito) che lo Stato, o quello che ne rimane, abbozza veri e propri summit per convincerli alla ragione e riportarli all’interno dell’apparato statale.

Ecco, poi con questa tranquillità dentro, torno nella mia stanzetta alla Guesthouse e preparo placidamente i bagagli per domani, che freschezza.
Ci metto sei ore a copiare e backuppare tutto il materiale, mi metto sotto la zanzariera e provo malamente a chiudere gli occhi. Pessima performance, ritenta sarai più fortunato.
Domani si parte in Mission on Field. Destinazione “Renk”.

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